PIERANDREA FANIGLIULO 04-09-2018
Era nell’aria; era inevitabile. La grana che si sperava potesse non esplodere mai è esplosa invece al 35’ del secondo tempo di Lecce-Salernitana. Il risultato inchiodato sull’1-1,mister Liverani decide di far entrare l’attaccante esterno brindisino al posto di Scavone. Gli ultrà dalla curva Nord fanno partire la contestazione. Spariscono gli striscioni e la contestazione si allarga: investe mister Liverani, reo di aver schierato il calciatore e si allarga sino a Meluso e la società.
Il clima nello stadio è surreale: gli altri settori dello stadio contestano la nord enel frattempo la partita si porta sul risultato di 2-2. Ma ciò che accade in campo passa quasi in secondo piano.
Il club aveva provato fino all’ultimo giorno di mercato a liberarsi della patata bollente. Il presidente Saverio Sticchi Damiani ci aveva messo la faccia. Prima chiarendo la faccenda con i tifosi giunti sul campo di allenamento di Martignano a contestare Chiricò e il direttore sportivo Mauro Meluso. Poi pubblicamente: «L’operazione Chiricò – aveva spiegato – risale allo scorso aprile ed è stata portata a termine, con il giocatore preso a parametro zero, soprattutto per generare una plusvalenza. Forse – aveva ammesso – non abbiamo tenuto in debito conto l’aspetto ambientale. Io rispetto la posizione di principio degli ultras. Mai hanno interferito con le scelte della società e non hanno mai preteso nulla, a differenza di chi si dice tifoso e poi chiede i biglietti omaggio, o di chi seminava zizzania sostenendo che non volevamo andare in B. Risolveremo la questione, nell’interesse di tutti».Sticchi Damiani, in effetti, si è speso in prima persona per trovare una sistemazione a Chiricò. Grazie alla sua amicizia col presidente della Ternana, Stefano Ranucci, la cessione sembrava poter andare in porto, anche con un vantaggio economico per il Lecce. Poi le pretese economiche avanzate dall’agente per conto del giocatore hanno fatto saltare l’affare.
Chiricò è rimasto. E ieri ha esordito. «È un calciatore del Lecce. Ho pensato che potesse essere utile e l’ho utilizzato. Nella mia carriera ho sempre rispettato le posizioni di tutti, però sono chiamato a fare delle scelte», ha sottolineato nel dopogara Liverani. Alla vigilia, il tecnico romano, abituato a pressioni di grandi piazze, aveva ribadito che Chiricò è un giocatore come tutti gli altri, non escludendo però una possibile cessione in caso di riapertura del mercato dovuta ai ripescaggi.
Come dire: Chiricò è elemento utile, ma non indispensabile in una rosa che possiede alternative. E chissà se la scelta dell’allenatore di schierarlo ha sorpreso Saverio Sticchi Damiani, che a caldo ha preferito non commentarla. Di certo ha esposto la società alla reazione della curva