Damiana Patrimia 11/03/2019
Nella corte Accardo sorge il complesso monastico dedicato
a S. Giovanni Evangelista. Era il 1113 allorché il normanno
Conte Accardo, signore di Lecce, gettò le basi per la
costruzione della chiesa del monastero di clausura delle
Benedettine, opera completata dai suoi discendenti, il figlio
Goffredo e il Re Tancredi, e sin dall’inizio corredata di
cospicue rendite, avendo ricevuto in eredità i feudi di Acaia,
Cisterna, Dragoni e Surbo. Sebbene la chiesa e il convento
delle claustrali benedettine costituiscano la più antica opera
romanica di Lecce città, tuttavia al complesso monastico di
romanico oggi resta ben poco a causa dei tanti interventi e
modifiche strutturali effettuate nel tempo. Chiesa e monastero
vennero pressoché rifatti nel 1607, assumendo l’attuale
fisionomia che dell’originario stile romanico conserva solo
tracce. La chiesa ad una sola navata e a croce latina, possiede
un prospetto molto semplice e austero; al centro del triangolo
della cuspide, in corrispondenza dell’ampio portale, un
nicchione ospita la statua lapidea di S. Benedetto. A sinistra,
arretrato, il cinquecentesco campanile quadrato, sul quale si
aprono monofore e su cui appare, alla delimitazione dei piani,
il coronamento degli archetti trilobi.
Il complesso claustrale registrò modifiche fino al XX secolo,
arricchendosi di opere e di altari barocchi. Consideriamo ora
l’interno di questo tempio che si dota di sette altari, compreso
il maggiore, che è sormontato da una statua lignea di S.
Giovanni Evangelista, opera di Nicola Fumo. Gli altri altari,
in apposite cappelle, posseggono tele e/o statue dei titolari.
Tra i dipinti posseduti da questa chiesa, che ha il soffitto a
cassettoni lignei, ricordiamo l’Adorazione dei Pastori e
l’Ascensione di Gesù, entrambi di Serafino Elmo, indi la
Vergine Assunta di Oronzo Tiso, la Trinità e i Santi gesuiti.
Interessanti, poi, sono il pavimento maiolicato, i dipinti che
raffigurano S. Benedetto e S. Scolastica, Gesù che benedice
e invia gli Apostoli nel mondo, nonché il pulpito dorato, di
gusto rococò. Il monastero, agli inizi del Novecento, fu in
parte diroccato per far posto a nuove costruzioni, soprattutto
all’edificio scolastico “E. De Amicis”, che proprio nella corte
Accardo ha il suo prospetto principale. Nel monastero, quindi,
da secoli sono ospitate le suore di clausura della Regola di
S. Benedetto, le quali conservano un importante “tesoro”,
costituito da argenteria e paramenti sacri, nonché un prezioso
archivio di documenti e testi di notevole valore.