Damiana Patrimia 03/08/2018

MURO LECCESE (Lecce) – È stato attribuito al Museo di Borgo Terra di Muro
Leccese (Lecce) il Premio Riccardo Francovich 2018, che viene assegnato ogni
anno al museo o al parco archeologico che, a livello nazionale, rappresenti un caso
di best practice di allestimento museografico, attività didattico-comunicative e
qualità scientifica in grado di rappresentare adeguatamente le tematiche
dell’archeologia post-classica.

Il Museo di Borgo Terra, primo museo del Medioevo nell’Italia meridionale, è stato
ideato dal professor Paul Arthur dell’Università del Salento e dall’architetto
Salvatore Negro (allora Sindaco di Muro Leccese) e inaugurato nel 2004. La
mostra permanente è ospitata nel Palazzo del Principe, e il Museo comprende
anche la sistemazione del quartiere di Borgo Terra con pannelli illustrativi, alle
spalle del Palazzo, che fu fondato nel ‘400, probabilmente dal Principe Florimonte
Protonobillissimo.

Giuliano Volpe, Presidente della SAMI – Società di Archeologi Medievisti Italiani
ha così diffuso la notizia del Premio: «Sono Aquileia (Complesso del Battistero-
Aula sud e Domus-Palazzo Episcopale) e Muro Leccese (Museo diffuso di Borgo
Terra) ad aggiudicarsi il Premio Riccardo Francovich 2018, giunto alla sesta
edizione e istituito dalla SAMI-Società degli Archeologi Medievisti Italiani, per il
miglior museo-parco di archeologia medievale. Aquileia e Muro Leccese si sono
aggiudicati il premio rispettivamente con il voto ‘popolare’, cioè aperto a tutti
(1.301 voti), e con il voto dei soci SAMI. Gli altri concorrenti di questa edizione
erano il parco archeologico di Suasa, il museo dell’abbazia di Fossanova a
Priverno, il Museo Archeologico di Torino, il museo del territorio di Populonia a
Piombino, il museo multimediale di Torre di Satriano a Tito. Negli anni passati tra i
musei e i siti premiati ci sono stati altre importanti realtà del Medioevo italiano,

come il museo Biddas di Sorso (2013), la Crypta Balbi (2014), il parco
archeologico-Archeodromo di Poggibonsi (2015), le catacombe di Napoli e la
chiesa paleocristiana di Siponto (2016), la Domus dei tappeti di pietra di Ravenna
e la sezione medievale del museo Sannitico di Campobasso (2017). La
premiazione si svolgerà il 14 settembre a Matera nell’ambito del Convegno
Nazionale di Archeologia Medievale (12-15 settembre)».

Scriveva Salvatore Negro nell’introduzione al volume “Alla scoperta di una Terra
Medievale, Muro Leccese” (di P. Arthur e B. Bruno) (Congedo, Galatina, 2007):
“(…) sono stati chiesti e ottenuti dei finanziamenti regionali all’interno della misura
2.1 del P.O.R. Puglia 2000-2006 per la riqualificazione urbana del borgo antico
denominato Terra e per il recupero e valorizzazione delle mura messapiche. Il
Museo è ospitato nei locali del Palazzo del Principe. Una scelta naturale perché
questo palazzo è parte integrante del Borgo Terra, ma anche una scelta
coraggiosa. Abbiamo dovuto resistere, perché da più parti si voleva che lì fosse
trasferita la sede municipale. (…) Alla fine l’idea di istituire un Museo della Città di
Muro Leccese, nata da riflessioni che il Prof. Paul Arthur ed io facevamo durante le
prime operazioni di scavo archeologico presso il Palazzo del Principe, è stata
accolta in pieno durante una riunione del Consiglio Comunale in data 20.12.2002
(C.C. n.40/2002).

Il Museo è stato pensato particolarmente per i giovani e per gli studenti. (…) La
storia locale può essere uno dei più fertili campi di applicazione della nuova
didattica della storia, grazie al vantaggio di avere referenti territoriali concreti e
vicini agli alunni, consentendo loro un rapporto immediato con le fonti. Ciò farà
comprendere agli allievi come l’ambiente sociale in cui vivono rechi tracce di un
passato tutt’altro che morto. Il Museo vuole essere per i nostri giovani certezza del
vivere non in una periferia, ma in un territorio che possiede, oltre alle ricchezze e
alle bellezze naturali, anche un patrimonio artistico-culturale tanto antico quanto
variegato. Un’eredità che le nuove generazioni sono chiamate a tutelare e a
sviluppare ulteriormente, prendendo consapevolezza del suo valore sia materiale
che morale, il quale investe non solo noi muresi e salentini, ma tutti coloro che
hanno a cuore la storia e il futuro della civiltà. La storia è mutamento, ma anche
continuità; è mutamento nella continuità. E la conoscenza del passato può aiutarci
a capire anche il presente”.