PIERANDREA FANIGLIULO 9-02-2018
Ennesimo fattaccio targato “calcio di periferia”: il caso-Bisceglie, con gli stucchevoli dietrofront del Prefetto della BAT sul far disputare il derby col Lecce a porte chiuse, salvo poi escludere solo i sostenitori salentini, rappresenta un ulteriore punto di non ritorno. E’ il web il teatro degli sfoghi dei tifosi giallorossi che avrebbero voluto seguire la squadra nella trasferta in terra barese-
LC’è chi impreca contro il “Palazzo“, chi se la prende con l’Ad del Catania, Pietro Lo Monaco o ancora chi pensa che la dirigenza dell’U.S. Lecce non alzi abbastanza la voce nella stanza dei bottoni. Il sentimento condiviso è che a pagare siano sempre e soltanto i tifosi giallorossi, quelli che non dormono alla vigilia delle partite della propria squadra del cuore, quelli che non badano a categorie o distanze pur di stare accanto alla formazione leccese quando questa scende in campo, quelli che mettono da parte affetti e impegni di lavoro pur di assiepare qualche fatiscente Settore Ospiti come tanti ce ne sono in questa Serie C che vuol dare un’immagine innovativa e fresca di sè, ma che nasconde la polvere dell’ipocrisia e dell’approssimazione sotto il tappetto.
E così non sorprende più che sia la passione per il Lecce a subire l’ennesima mazzata da parte di un sistema corrosodall’interno, non più in grado di gestirsi e ottemperare all’ordine ed alla sicurezza pubblica, usati come pretesto per giustificare l’incapacità di chi è preposto a garantirli e di una classe dirigenziale che si accapiglia per una poltrona, ma non assicura ad un tifoso la possibilità di occupare una poltroncina da stadio.