Damiana Patrimia 18/01/2019
Sede vescovile già nel VII sec., Castro dopo esser dipesa
da S. Severina in Calabria, divenne suffraganea della curia
metropolitana di Otranto, ed ebbe vescovi per oltre sei secoli.
Intorno al 1100, in epoca normanna, Castro ritornò al rito
latino dopo aver abbandonato quello greco-bizantino.
Ben presto iniziò la costruzione della cattedrale che, consacrata
alla Vergine Annunziata, venne completata nel 1171.
Il tempio, a croce latina è costituito da una piccola navata, con
tre piccole absidi centrali; secondo una leggenda sarebbe stato
edificato sull’area di una precedente chiesa bizantina dell’VIII
sec., a croce greca, di cui recentemente sono venute alla luce
alcune strutture.
La chiesa, più volte rifatta ovviamente nel tempo ha tanto
perduto dell’originaria struttura romanica, soprattutto nella
parte anteriore, e poi nel 1670 l’originario tetto a capriate
lignee fu sostituito da una volta di pietra.
La parte posteriore, dalla quale si accede alla chiesa avendo
percorso sette scalini, è formata da due cappelle e dall’altare
maggiore, fatto ricostruire in stile barocco dai vescovi Giuseppe
De Marco e Capreoli, ed è dotato di diversi quadri, compreso
quello della titolare del tempio, la Madonna Annunziata, che è
pure la protettrice di Castro con la Beata Vergine del Rosario.
La cappella sinistra già nel XIII secolo andò distrutta durante
un intervento di restauro.
La Cattedrale venne ampliata nel XIV secolo e raggiunse
pressappoco le attuali dimensioni. Il prospetto e il lato sud
del sacro edifico conservano ancora elementi architettonici
e decorativi originari. Sulla facciata si legge un’epigrafe che
ci tramanda l’anno 1171, in cui fu compiuta la costruzione
e, sopra l’iscrizione, si apre una monofora ormai priva delle
colonnine che sorreggevano l’archivolto. Più su, ancora,
si scorge l’elegante rosone a dodici raggi, mentre sul piano
stradale si apre il portale che costituisce l’entrata principale
della chiesa.
Questo accesso è sovrastato da un bassorilievo, fiancheggiato
a destra da una iscrizione e, a sinistra, da uno stemma
vescovile. Nulla di notevole sul lato ovest della chiesa, ove si
apre l’ingresso principale, ma sul lato sud si scorge il diruto
episcopio e, in alto, si ritrovano le tracce dell’architettura
romanica, tra cui la linea di coronamento delle arcatelle, due
monofore con colonnine laterali, le statue mutile dei quattro
evangelisti nonché, in rilievo, gli stemmi di alcuni vescovi.
Lungo il lato settentrionale, a circa due metri sotto il piano
stradale, si trovano i ruderi dell’antica chiesa bizantina,
analoga alla chiesa di S. Pietro, a Otranto.
Di questa chiesa greca ci sono giunte due coppie di colonne
con relativi capitelli, che sorreggono una volta a botte e due
archetti. Sull’unica parete giunta sino a noi si riscontrano
tracce di affreschi medievali, ma è chiaramente individuabile
la raffigurazione di Gesù Redentore. In antico il campanile
della cattedrale si innalzava sul lato orientale, ma nel 1866
fu rifatto sull’angolo nord-ovest, assumendo anche il ruolo
di torre civica, addirittura con due orologi. Si tratta di una
struttura parallepipedale, priva di qualsiasi interesse artistico19.